Esserci! Sempre e Comunque!

Esserci! Sempre e comunque!

Esserci! Sempre e Comunque! Ma è davvero un vanto?

Esserci! Sempre e Comunque! Ma è davvero un vanto? Un plus? E per chi?

Le aziende soprattutto nella figura dei propri dirigenti e manager, ma anche per determinati ruoli aziendali; nonchè i liberi professionisti e i lavoratori autonomi si trovano in questo periodo storico a dare una presenza costante e bulimica di sè.

Presenti sui social con articoli professionali anche il giorno di Natale, pur di esserci nel piccolo spazio in cui forse non ci sono gli altri e quindi nel tentativo di fagocitare un cliente, una fetta di mercato.

Il supermercato che non chiude mai, il professionista che tiene il cellulare acceso tutte le ore del giorno e della notte come una ostetrica reperibile.

Un circolo vizioso per il quale non ci si sente più liberi di potersi permettere un naturale stacco e riposo. Fisico ma soprattutto mentale.

Esserci! Sempre e Comunque! Che ansia!

E allora nascono quelle frasi tipiche di chi è preda dello stress e dell’ansia e spesso del tecnostress quali:

  • “non posso più andare in bagno senza smarphone”
  • “il cliente si aspetta subito una risposta”
  • “no, io quest’anno niente ferie perchè sono eternamente con l’acqua alla gola”.

Quando sentiamo queste frasi non c’è nulla di cui essere nè fieri, ma sono il sintomo che qualcosa da punto di vista psicologico e organizzativo non funziona a dovere.

Da dove nasce questa esigenza, questa necessità?

Molto più spesso di quanto si crede non nasce dal mercato, ma da noi. Dalla necessità di sentirci indispensabili. Se non ci sono io cade il mondo, l’azienda va in rovina. DEVO…DEVO…DEVO.

Ovvio che questa è una grande bugia. Una bugia da raccontarci per sentirci importanti, di valore.

Ma è davvero di valore un professionista che non rispetta sè stesso? E’ di valore un’azienda che anche il giorno di Natale invece che pubblicare un augurio pubblica un post sul proprio prodotto? No, certo no.

Manca rispetto, per i tempi e il riposo degli esseri umani. Il diritto a uno spazio di respirare senza esser bombardati e bombardare di stimoli.

In un dilagare di aziende che si certificano sostenibili ed etiche qualcosa non torna.

“Ma cosa dovrei fare?”.

Potremmo iniziare a educare noi il mercato, i clienti ai nostri ritmi.

E’ Possibile? Si certo. Ma ci vuole CORAGGIO nel tenere fermi pochi ma indispensabili paletti.

Se vi piace provate a leggere anche: www.progettorefero.it

Write a comment