Lo smarrimento di chi si reca al lavoro. Stress ed errori comportamentali. Codiv-19.

Lo smarrimento di chi si reca al lavoro.

Lo smarrimento di chi si reca al lavoro nei giorni del Codiv-19, come fonte stressogena e aumento del rischio per fattori comportamentali.

In questi giorni particolari sono numerose le possibili fonti di stress che si generano in ambito lavorativo a causa della situazione legata al Covid-19 in particolare è palpabile lo smarrimento di chi si reca al lavoro.

Ricordiamo infatti che un lavoratore, come sono solita definirlo, è un a PERSONA CHE LAVORA, ovvero una persona che nello svolgere il suo lavoro esercita SOLO UNO dei suoi tanti ruoli.

La prima cosa fondamentale da sottolineare è dunque che le PERSONE CHE LAVORANO fanno parte contemporaneamente di due diverse realtà : quella AZIENDALE e quella PERSONALE. (Diverse peraltro solo nella mente perchè in realtà sono un continuum).

Seconda cosa importante: dobbiamo innanzitutto ricordare la differenza tra i concetti di PERICOLO e RISCHIO!

Pericolo e rischio
Differenza tra rischio e pericolo

Rischio = Probabilità x Danno

Il pericolo è intrinseco e non vi è dubbio che contrarre il Codiv-19 sia pericoloso.

Ma il Rischio c’é? E che livello di rischio c’è?

La risposta è SEMPRE E COMUNQUE : DIPENDE !

Questo vale per qualsiasi rischio e pericolo sia nel lavoro che a casa propria.

Valutiamo oggettivamente le due realtà.

Se parliamo di questa valutazione OGGETTIVA nelle nostre realtà:

  • AZIENDALE: qualora un’azienda rispetti le indicazioni dei protocolli e dei decreti il RISCHIO di contagio può essere abbattuto fino pressochè a zero. E in azienda dovremmo avere chi vigila e controlla sull’applicazione rigorosa, ovvero il Servizio di prevenzione e protezione che è COMPOSTO DA MOLTI SOGGETTI!
  • PERSONALE: vale quanto detto sopra, se rispettiamo le regole.

Fin qui tutto semplice ma purtroppo nel caso della realtà personale, ovvero quella fuori delle aziende, la cosa viene lasciata alla responsabilità dei singoli che STANNO TROPPO SPESSO ELUDENDO LE DIRETTIVE.

Questo comportamento ha costretto le parti politiche a serrare la cinghia per tutelarci tutti e a dover ribadire in modo davvero estenuante la necessità di non uscire; facendo leva sulla paura e la responsabilità.

Questo ha purtroppo delineato una modalità di gestione APPARENTEMENTE diversa delle due situazioni (personale e lavorativa).

Da un lato la richiesta pressante fino allo sfinimento di “RESTARE A CASA” poichè il virus è POTENZIALMENTE PERICOLOSO, mortale, si muore in ospedale senza nessuno accanto etc. Non esiste soluzione se non di stare a casa a parte per necessità.

Dall’altro: “ANDATE A LAVORARE”.

Quindi TEORICAMENTE, OGGETTIVAMENTE, come visto sopra, entrambe queste gestioni DIVERSE sono perchè partono da presupposti di gestioni diverse (in azienda corretta e controllata, fuori lasciata ai singoli che eludono le regole).

Ma la nostra mente non opera per comparti stagni (e NON POTRA’ MAI FARLO) e finisce per mixare le due situazioni mettendole a confronto e creando una percezione soggettiva e distorta.

La soggettività e la percezione.

Percezione
Percezione

Così facendo entriamo in una dimensione tutta SOGGETTIVA CHE poco ha a che fare con la valutazione oggettiva. Essa RISULTA FORTEMENTE DISTORTA DAI MESSAGGI CHE RICEVIAMO PER i due diversi contesti lavorativo e personale, mixando il tutto e generando lo smarrimento di chi si reca al lavoro.

A questo punto il nostro cervello non può fare altro che rischiare di cadere in due situazioni entrambe controproducenti.

Il primo caso è DISTORCERE IL RISCHIO ABBASSANDO LA PERCEZIONE DEL SUO LIVELLO cioè: “se mi dicono che posso andare al lavoro significa che non è poi così rischioso”.

Il problema è che, sempre perchè il cervello è unico, finiamo per abbassare la percezione del livello di rischio anche quando siamo a casa e quindi, “se non è così rischioso che mi permette di lavorare allora posso anche uscire, del resto se vado in produzione posso anche andare a camminare con gli amici”.

Sigh !!!! 🙁

L’altra soluzione, viceversa, è percepire il rischio con il livello “RESTATE A CASA” ed estenderla anche alla realtà aziendale. “Se vado al lavoro, ma la situazione è così grave significa che andando al lavoro sono in grave rischio”.

Questa seconda interpretazione genera un ELEVATO LIVELLO DI STRESS.

Stress e considerazioni

Sappiate che se percepite la situazione in questo modo è NORMALE che siate sottoposti a STRESS, ma il problema è che non è corretto mixare le due realtà.

A contribuire a questa percezione distorta abbiamo anche il fatto che purtroppo TROPPE aziende non applicano alcuna misura di contenimento del virus. O applicano misure blande a BUON SENSO.

Peccato che il buon senso sia la somma di una serie di innumerevoli distorsioni e quindi poco affidabile, meglio affidarsi a regole condivise e sottoscritte da VERI ESPERTI IN MATERIA.

In questo caso, ovvero quello in cui l’azienda non tuteli i lavoratori, purtroppo devo indicare che il lavoratore ha ragione dal punto di vista oggettivo e soggettivo. Questo perchè in tal caso sia la situazione personale che lavorativa è sia pericolosa che rischiosa dato che le regole non vengono rispettate.

In una situazione di questo tipo gli unici messaggi corretti da dare in entrambi i casi (personale e lavorativo) sono: RESTATE A CASA. Perchè realmente a rischio.

E se la persona che vive una realtà aziendale OGGETTIVAMENTE insicura si reca al lavoro, allora non è solo NORMALE ma anche CORRETTO che si senta in CONDIZIONE DI RISCHIO.

Conclusioni

Lo smarrimento di chi si reca al lavoro è purtroppo normale se non facciamo le suddette considerazioni.

A conclusione consiglio AI LAVORATORI quanto segue.

  • Valutate oggettivamente se il vostro luogo di lavoro viene gestito in sicurezza; confrontatevi con quanto indicato dai protocolli e dai decreti.
  • Se la risposta è SI, cercate per quanto possibile di separare le due realtà personale e lavorativa e comprendere che ci possono essere due messaggi e due comportamenti diversi in sicurezza. Da un lato andare al lavoro e dall’altro stare a casa dal resto.
  • Se la risposta è no, concordo con voi: STATE A CASA ANCHE DAL LAVORO !

PLUS. Maggiore rischio di errori e infortuni

In questi giorni è purtroppo normale sentirsi disorientati da tutto questo. Ciò comporta anche distorsione non solo cognitiva, ma anche emotiva. In questo stato è molto più probabile distorcere anche la percezione degli altri rischi lavorativi e quindi l’infortunio e l’errore sono più probabili.

Attenzione dunque perchè in questi momenti il livello di rischio può aumentare per tutti i rischi aziendali e non per motivi tecnici, ma per fattore UMANO E COMPORTAMENTALE. Aumenta infatti la probabilità di commettere errori poichè falsati emotivamente e distratti cognitivamente.

Sul pericolo e rischio: www.achab.it

Se vi interessa capire di più sulle nostre emozioni visitate il sito: www.progettorefero.it

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