Gara di Resistenza sul lavoro e nel personale per Codiv-19.

Resistenza e stanchezza

Gara di resistenza? No grazie!

Alle aziende e alle persone viene chiesto da mesi di RESISTERE. Ma sarà davvero una buona idea ingaggiare una gara di resistenza?

A volte potremmo chiederci se questa situazione che viviamo assomiglia a una gara di resistenza nella quale venga spostato l’arrivo ogni volta che si intravede il traguardo sia la soluzione “migliore”.

Questione di contingenze e di soluzioni.

Gara di resistenza

Ovviamente siamo tutti d’accordo sul fatto che ci siano regole psicologiche e sociologiche trasversali, lungi dallo sconfessare anni di studi nel campo; ma da qui a dire che siano universali ecco questo proprio non mi sentieri di condividerlo.

Ma vorrei utilizzare il momento per far riflettere di quanto sia vero, realtà e concreto ciò di cui parlavamo settimane fa ovvero la differenza resistenza-resilienza.

In questo momento contingente non è dato ad alcuno di avere una sfera di cristallo quindi questo spostamento del traguardo continuo si rende necessario con l’evoluzione della curva epidemica.

Detto ciò la cosa che noto però a livello comunicativo, difficoltà che sorge probabilmente dall’inesperienza globale a fare comunicazione di emergenza, è che il linguaggio utilizzato dai media e dalle sfere politihe rimanda quasi unicamente al concetto di RESISTERE. Con le implicazioni che potete ascoltare nel video.

Ciò che resiste prima o poi si rompe.

Ma a forse di resistere ci romperemo?

Qualcuno lo so, vi vedo, ci ha pensato a rispondere: “si, mi rompo le scatole!” 🙂

Inevitabilmente si, chi prima chi dopo. Ci romperemo, ovvero arriveremo a un punto di sfinimento mentale e spesso fisico somatico che comporta due direzioni o difficoltà psicofisiche oppure l’abbandono delle regole.

Questo accade solo se resisto ovvero cerco di contrastare questa situazione anzichè surfarci sopra.

Purtroppo un limite che sta emergendo e che ci portiamo dietro dai tempi di “normalità” è l’enorme difficoltà che abbiamo a saperci riconvertire e purtroppo piuttosto ci piantiamo lì e fermi come uno stocafisso usiamo il nostro tempo a criticare ciò che ci cambia attorno.

Va detto però che ci sono per contro numerosi esempi di aziende e persone che stanno utilizzando questo periodo per convertire la propria produzione, il proprio modo di vivere alcuni aspetti del proprio quotidiano.

Ecco io vi invito, anzichè criticare, a osservare !

Chi critica per invidia, chi lo fa perchè stando fermo è facile vedere i “difetti” nell’azione di chi si muove (come il giudice di gara). Ma comunque sia questa modalità poco serve.

Pieghiamoci, ma non per sottometterci, ma per cambiare, flessibilmente secondo ciò che ci arriva.

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Fonti: scholar.google.it

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